Attacchi di panico: si può guarire?
Sei in stazione e stai per partire per un viaggio di piacere, starai via solo qualche giorno per andare a trovare il partner o l’amico che non vedi da tanto. Insomma, sei felice di lasciare la città per un po’ e prenderti una boccata d’aria. Sali sul tuo treno, ti metti comodo al tuo posto, col biglietto timbrato e cominci a selezionare la tua musica preferita su Spotify. Di colpo si chiudono le porte, la voce di Trenitalia ti avvisa che state partendo e improvvisamente senti il cuore che accelera. Continui a selezionare la tua musica senza darci troppo peso. Ma il cuore non smette di battere forte, più forte della musica che ascolti, senti le mani che improvvisamente sudano e il respiro che accelera. Cominci a chiederti che sta succedendo, perché ti senti così. Vorresti che il treno si fermasse, scendere a prendere una boccata d’aria, quella che ti manca sempre più con la respirazione affannosa. Sai che il treno non si fermerà fino alla prossima stazione e ci vorranno almeno 40 minuti, così la tua mente comincia a vagare e mille pensieri ti affollano la testa: “sto impazzendo?”, “perderò il controllo”, “quel tipo che mi guarda si è accorto che non sto bene, penserà che sono strano”, “forse ho un attacco di cuore”. Senti l’ansia salire sempre più e stai sempre peggio. Le mani ormai sono fradice, il cuore impazzito, ti manca l’aria, ti gira la testa e potresti svenire o vomitare da un momento all’altro. Ma non puoi scendere e non hai altra scelta che aspettare che qualcosa di terribile accada. Poi non accade nulla, se non aver passato i 20 minuti più tremendi della tua vita. Ma ad un certo punto, come per magia o forse perché il tuo fisico non regge più tutta questa attivazione, il respiro si regolarizza, il battito rallenta, le mani si asciugano e la testa smette di girare.
Se sai di cosa sto parlando probabilmente hai sperimentato, almeno una volta nella tua vita, un attacco di panico. Si tratta di una ventina di minuti di malessere intenso in cui il tuo corpo, convinto che tu sia di fronte ad una minaccia, si attiva per proteggerti, facendoti però sperimentare sintomi che interpreti come il segnale che qualcosa di catastrofico stia accadendo dentro di te. Non è affatto confortante sperimentare un attacco di panico. Qualcuno non lo proverà mai, qualcuno ne sperimenta uno in tutta la vita e poi ci sono le persone che dopo il primo attacco, ne collezionano una copiosa serie. Sfortuna? No, c’è una spiegazione ben precisa per quello che succede.
Quando il respiro cambia, il cuore accelera e cominciamo a percepire queste sgradevoli sensazioni fisiche, istintivamente diamo una interpretazione di ciò che ci sta succedendo. Inevitabilmente i pensieri che abbiamo sulla situazione scatenano alcune emozioni che possono essere rassicuranti oppure ansiogene. Nel secondo caso, le sensazioni fisiche aumentano portando con sé pensieri catastrofici e panico.
Il singolo attacco di panico non ci rovina la vita, forse un po’ la giornata. Il problema vero è quando gli attacchi di panico cominciano a susseguirsi e vengono messe in atto strategie disfunzionali (non prendere più il treno, altri mezzi di trasporto, non uscire nelle ore calde, ecc…) che compromettono la vita quotidiana della persona e la “costringono” a mille accortezze.
Il disturbo di panico si può risolvere con la psicoterapia.
È faticoso, sì, ma soprattutto con la Terapia Cognitivo-Comportamentale i tassi di successo sono altissimi. Spesso però lo psicoterapeuta è l’ultimo ad essere chiamato in questi casi. La persona si reca dal farmacista, dal medico di base o dallo psichiatra e torna a casa con una ricetta per una cura farmacologica. I farmaci aiutano, ma non risolvono il problema alla radice, motivo per cui ci si può ritrovare a prendere ansiolitici e antidepressivi ma avere comunque episodi di panico. Inoltre i farmaci non possono essere presi per sempre e spesso non è davvero necessario.
Se tu o qualcuno che conosci soffrite di attacchi di panico, non esitate a chiedere aiuto.
Se non sei sicuro che la psicoterapia possa aiutarti a risolvere i tuoi problemi puoi chiedere un singolo consulto e farti spiegare da uno psicoterapeuta specializzato in che modo può aiutarti e quanto tempo potrebbe volerci per farti stare meglio.
La terapia è un impegno notevole di risorse, ma può davvero migliorarti la vita.
Talia Urso, Psicologa Psicoterapeuta